venerdì 12 aprile 2013

Nessuno si salva da solo

Non c'è più! Non l'ho visto questa mattina e mi è dispiaciuto. Chissà dove è andato Ercolino? Un piccolo ragno ( Pholcus phalangioides) che mi accompagnava durante le minzioni al bagno. E' li che l'ho conosciuto. Stavo per scaricare lo sciaquone della turca e mi sono reso conto del piccolo aracnide che cercava invano di sottrarsi all' imminente piena dello scarico igienico. Flashflood terribile, non potevo rimanere ad assistere allo spettacolo di un essere vivente in balia delle onde come in una gigantesca alluvione, sarebbe stato travolto ed inghiottito in un vortice fino giù per il buco nero! Con un pezzetto di carta igienica l'ho tratto in salvo. A fatica è risalito sulla fibra vegetale trasformata e sono riuscito a farlo zampettare fin sopra lo stipite della porta che separa la mia intimità dall'officina, dal mondo.
Che diritto posso arrogarmi  mai io, di decidere le sorti di un altro essere vivente? Avrei potuto abbottonarmi la tuta, tirare l'acqua per lo scarico e tornare al lavoro, ma come potevo farlo? Posso io decidere della vita di qualcun altro? Anche di un ragno?
L'indifferenza fa la differenza.  Molti anni fa (prima di "formidabili quegli anni", quelli  dove si concretizzavano i diritti dei lavoratori, dove nascevano ideali, dove gli intellettuali venivano ascoltati) mi racconta sempre mio suocero che  per andare in bagno bisognava chiedere il "permesso" al capo reparto e chiedere la chiave per poter utilizzare il gabinetto, ma se ti scappava forte e la chiave era già impegnata, il bagno occupato insomma, senza farti vedere trovavi qualche cespuglio fuori dal reparto e rischiando richiami e sanzioni, riuscivi a sfogare i tuoi bisogni corporali. Oggi, grazie ai sacrifici della generazione dei ns padri, lavoro in condizioni ottimali,  senza troppe discriminazioni e più dignità. E' difficile comprendere vicende che non si sono vissute, però ci si può impegnare per fare la differenza, come per il ragno, per via della "originazione dipendente" che mi racconta Sua Santità il Dalai Lama nei suoi scritti. Il caso non esiste, esistono infinite ed inestricabili connessioni che creano il presente. Ci vuole etica, per essere tutti veramente  felici. Esplicito, il Dalai Lama aggiunge che della religione si può farne a meno,  ma dell'etica no! Diversamente tramite l'ignoranza e l'egoismo l'infelicità si rafforza.
Non servono nuovi ideali da inventare o lotte sindacali da intraprendere, ma mettere in pratica semplici regole di vita quotidiana  per il raggiungimento della felicità. Solo attraverso l'etica, la felicita altrui non sarà compromessa, perchè tutti gli esseri viventi su questo pianeta cercano di  raggiungerla, aracnidi compresi.

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